Un eroe francescano

 

Placido Cortese (7 marzo 1907 – novembre 1944) è stato un frate minore conventuale, che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita per salvare tante persone in pericolo (ebrei e altri perseguitati), collaborando nella rete Fra-Ma che faceva capo ai docenti universitari Ezio Franceschini (Fra) e Concetto Marchesi (Ma). Un eroe della carità, che per non tradire i suoi amici ha dato la sua vita, proprio 80 anni fa.

Placido Cortese: un nome (e un cognome) che è già un programma! Averlo come confratello presso il convento del Santo è stato bello, ma non sempre facile… molti di noi non capivano quello che stava facendo, perché spesso agiva di nascosto, c’era un segreto che portava dentro e non rivelava a nessuno, specialmente ai frati. Giri strani, persone che lo cercavano e chiedevano di lui… ma andiamo per ordine.

 

La sua vita

Era nato a Cherso, un’isola a sud est dell’Istria (ora si trova in Croazia), nel 1907, figlio di papà Matteo e mamma Antonia, ed era stato battezzato con il nome di Nicolò Matteo. La sua era una bella famiglia: il padre guardaboschi, la madre casalinga sempre sorridente e buona con tutti. Fin da piccolo era sempre in movimento, non si fermava mai, tanto che la sorella lo aveva soprannominato “tram”. 

Già a 13 anni era entrato in seminario da noi frati a Camposampiero, luogo dove sant’Antonio aveva passato gli ultimi mesi della sua vita. Era un bravo studente, ricordato per la sua benevolenza e bontà; anche nel ruolo di assistente dei ragazzi cercava sempre di addolcire le punizioni inflitte a loro. In pochi anni era diventato frate francescano cambiando il suo nome, come si era soliti fare, in fra Placido; aveva continuato i suoi studi a Roma fino all’ordinazione sacerdotale, nel 1930. I primi anni del suo ministero li aveva trascorsi presso la Basilica di sant’Antonio a Padova, ricercato da molti giovani come confessore e guida spirituale. Era stato poi mandato nel convento di Milano per qualche anno, dove era stimato come viceparroco sia dai confratelli che dalla gente. Aveva doti particolari, che molti riconoscevano: capace di ascoltare, generoso, disponibile. Per questo, era stato richiamato a Padova per diventare direttore del Messaggero di sant’Antonio, nel 1937: un incarico di grande responsabilità, al quale si era dedicato con molto impegno. Rispondeva con attenzione ai lettori, attirando un pubblico sempre più vasto: nel giro di sette anni, il numero degli associati era addirittura raddoppiato!

 

 

Un segreto

Volete sapere come fece padre Placido a salvare centinaia di persone durante la seconda guerra mondiale? Leggete Incredibile di  fra Simplicio sulle pagine del Messaggero dei ragazzi di novembre.

 

Padova Basilica del Santo

In Basilica di sant’Antonio, nel chiostro della Magnolia, dal 23 novembre fino a fine gennaio 2025 potete visitare la mostra Nel mio cuore una ferita. Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese.

 

 

 

                                                                                                                                                                          

 

 

Foto Archivio MSA/Marco Sevarin

 

 

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