Ma chi? È chiaro: gli E.T.!
Ma il punto è che mentre noi vaghiamo nello spazio o puntiamo i nostri teleobiettivi verso le galassie più lontane per scovarli, loro sono già in mezzo a noi. Va beh, non proprio loro, ma senz’altro un po’ dello spazio misterioso sì.
Nel senso che già sapevamo che la Terra è continuamente bombardata da frammenti cosmici più o meno grandi, alla cui maggior parte però la nostra atmosfera impedisce di arrivarci in testa incenerendoli all’istante (esatto: in questa categoria rientrano anche, per certi versi, le stelle cadenti: appuntamento, a nasi in su, attorno al 15 agosto!). Ma alcuni di questi sassolini cosmici, viaggiando alla rispettabile velocità di qualche decina di km al secondo, nell’impatto con l’atmosfera si vaporizzano. Siamo infatti a circa 50 km sopra le nostre teste, dove fa freddissimo, molto ma molto più che al Polo Nord: e i sassolini prima fusi, ora si solidificano, dando vita a tante piccole sferette lucide.
Bene, gli studiosi hanno stimato che almeno 4.000 tonnellate all’anno di questa polvere di microgranuli, e cioè 10 tonnellate al giorno, piovono letteralmente, o nevicano in caso di neve, planando dolcemente sul nostro suolo. E più o meno scomparendo tutti.
Finché Jon Larsen, che per il resto si diverte a suonare jazz, ha deciso che avrebbe cercato di fotografarli. Armato di un microscopio e un magnete, ma soprattutto di tanta curiosità e pazienza, si è messo a frugare tra la sporcizia raccolta da grondaie e pozzanghere secche nei parchi di Oslo: e non ti ha beccato ben 500 micrometeoriti, per un totale di circa un… grammo! Sono grandi meno di in capello, ma lui li ha fotografati uno per uno. Per farci un libro, “In search of stardust: amazing micrometeorites and their terrestrial imposters”.
Per far sognare noi. Il video di questa pagina l’ha fatto lui, e sua è anche la musica. E… occhio alle polveri!
fra Simplicio