Cosa gli ho fatto?

Caro Fra Simplicio,
ti scrivo per uno dei tuoi preziosi consigli. Quest’anno ho iniziato il liceo. Alle medie ho avuto una pessima esperienza. I miei compagni mi prendevano in giro per il mio peso, quindi avevo iniziato ad isolarmi, a desiderare di sparire e a farmi del male. Non avevo nessuno con cui sfogarmi, perchè le mie amiche mi hanno lasciata sola, quando si sono accorte che ero la “inutile, sfigata, sbagliata” della classe. Ho iniziato a scrivere un diario, ma un giorno, presa da un senso di odio e disprezzo per me stessa, l’ho stracciato. Alla fine della terza media ero depressa, autolesionista e sola. Per questo all’inizio di quest’anno avevo paura; non sapevo chi avrei incontrato e, di conseguenza, chi avrei dovuto essere. Non volevo essere di nuovo quella “sbagliata”; avrei dimostrato a tutti che non lo ero, anche a costo di fingermi qualcun altro.
Le cose all’inizio andavano bene. Ero diventata quella allegra e un po’ pazza della classe, che scherzava sempre e che faceva battutine durante le lezioni. Ho iniziato a cercare di autoconvincermi di essere felice e ci sono anche riuscita ad un certo punto … ma avevo scordato un piccolo dettaglio .. non lo ero .. non lo ero affatto. Verso gennaio ho iniziato a svegliarmi con un peso sul cuore, con la nausea di dover andare a scuola con un sorriso falso e esageratamente tirato. E alla sera, provavo un grande desiderio di mollare, di piangere e di buttar fuori tutto ciò che tenevo dentro. Ho iniziato a dubitare di alcune persone. Ho iniziato a non fidarmi delle parole, a farmi film mentali di quello che realmente dicevano di me, quando io non c’ero, poichè alcuni di loro, somigliavano troppo a coloro che alle medie mi avevano distrutta. E questo riguardava in particolar modo un mio compagno: lui era il massimo nella mia classe. Riusciva bene in tutto, non aveva lati negativi, sicuro di sè, non faceva trasparire nullla di quello che pensava. Non riuscivo a capire se eravamo amici o se mi odiava. Tornavamo sempre a casa assieme con altre 3/4 persone. Ma non riuscivo a capire chi fossi per lui. Ma una sera, ad un compleanno, ho scoperto che lui non era affatto così: alle medie aveva avuto un’esperienza molto (troppo) simile alla mia. Possibile che io avessi scambiato qualcuno così simile a me, per uno di quelli che mi avevano fatto del male alle medie? Tornata a casa, i sensi di colpa hanno iniziato ad attanagliarmi. Mi sono sentita una nullità, una nullità superflua e scomoda, da eliminare. Dal giorno dopo, ho smesso di fingere. Ho iniziato a passare la ricreazione seduta al mio banco, con le cuffiette nelle orecchie, a disegnare sempre gli stessi soggetti: persone che si tagliavano, che piangevano, che si tenevano la testa fra le mani e le ginocchia al petto. I miei compagni hanno iniziato a chiedermi se andava tutto bene, ma io mi limitavo a dire “Sì, tutto bene, sono solo stanca”. Ho ricominciato a tagliarmi, a desiderare di sparire, a piangere di nascosto. Ma a scuola, si stava notando troppo, quindi ho ricominciato a fingere di essere allegra. E così va ancora adesso. A scuola sono una persona … nella vita sono un’altra. Sono addirittura più autolesionista dell’anno scorso. Sono convinta di saper fingere bene, ma non è vero. Ci sono alcuni miei amici che sanno tutto, ma che non sanno che dirmi. Avevo pensato di parlarne con il parroco della mia parrocchia. Ma proprio il giorno in cui volevo andare da lui, ha avuto un infarto ed è morto. Io non so più che farmene della vita. L’ultima persona che avevo per parlarne se n’è andata. Dio mi ha portato via anche lui. Ma perchè ce l’ha tanto con me? Che cosa gli ho fatto? Perchè ha scelto di abbandonare proprio me?
Sofia, 14 anni

Cara Sofia,

non so da quanto tempo stai aspettando una risposta a questa mail. E sono certo che hai pensato che anche io ti ho deluso perchè non ti ho risposto… Beh, purtroppo la mail era finita nel database sbagliato (anche se non sappiamo perchè) e posso rispondere solo ora.
Già, è successa una cosa che non era prevista, ma, come puoi vedere, anche se con tempi diversi da quelli che tu ti aspettavi, io sono qui e sono contento di esserci.
Nella vita le cose non vanno come ci si aspetta, o almeno non molte volte, ma non per questo non ci sono soluzioni alternative da cogliere. Si può decidere di fingere, come hai fatto tu, o si può decidere di essere se stessi per poi tornare indietro senza però raccogliere niente se non solo rabbia e delusione. 
Beh, l’alternativa c’è: ed è quella di rendersi conto che la vita è un dono ricevuto da una Persona che ti ama immensamente e che l’ha messa nelle tue mani perchè tu puoi farne qualcosa di meraviglioso! Quello che mi fa più rabbia è che, se anche alle medie hai trovato persone che non ti accettavano, non ti sei accorta che alle superiori i compagni erano diversi… e te lo ha dimostrato il fatto che si SONO AVVICINATI PER CHIEDERTI COME STAI!!! Ma ti rendi conto??? Forse no… perchè sei troppo occupata a guardarti i piedi invece di alzare lo sguardo e incontrare quello di chi ti cammina a fianco…
L’autolesionismo è inutile, perchè ti distrugge moralmente e fisicamente…. perchè continuare?
Io non so quale sia la tua situazione familiare, cosa ti abbia portato a questo, e se vuoi ne parliamo volentieri.
Ma quello che so per certo è che LA VITA E’ BELLA, anche se complicata, a volte dolorosa, ma ci dà mille possibilità per farne un capolavoro.
Per il tuo parroco mi dispiace, ma ora può esserti ancora più vicino… e puoi chiedere a lui che ti aiuti a trovare qualcuno con cui aprire il tuo cuore. 
Io intanto sono contento: se non mi avessi scritto come avrei potuto conoscerti? 
Fammi sapere come è andato questo primo anno, se sei stata promossa e che programmi hai per l’estate. Ci conto!!
Intanto ti abbraccio con tutto l’affetto!
Fra Simplicio
 

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