Caro fra Simplicio, sono tanti, tanti, tantissimi anni che non ti scrivo. L’ultima volta che ho aperto questa pagina probabilmente avevo 13 anni e ti scrivevo per raccontarti della cotta del momento, di un litigio con le amiche o di qualche problema a scuola. Ora mi ritrovo qui, davanti a questo schermo, e una cosa mi appare evidente e limpida: allora ero molto più coraggiosa. Non cercavo un motivo, una spiegazione o uno stimolo per scriverti, mentre ora mi sento davvero infantile a scriverti. Perché a diciotto anni una persona dovrebbe avere tutto, o, perlomeno, tanto, ben chiaro… Io invece sprofondo nella confusione più totale. Non c’è nessun problema particolare che mi attanagli o mi tormenti, semplicemente non riesco a capire cosa la vita abbia in serbo per me e, soprattutto, non capisco cosa IO abbia in serbo per me. Sarà che a diciotto anni si è troppo grandi per essere considerati piccoli e troppo piccoli per essere considerati grandi, ma non riesco a fare a meno di sentirmi una formichina in un mondo grande, immenso, sconfinato… Un mondo pieno di ostacoli, problemi e scelte. Sarà che a diciotto anni si pensa di conoscere tutto della vita e del mondo, ci si illude di essere in potenza di far qualunque cosa, mentre in fondo ogni piccolo passo per farci strada in quel caos chiamato “vita” implica una fatica enorme. Sarà che a diciotto anni non riesco a definirmi in altro modo, se non ” delusa”, “nauseata”, “ferita” dal mondo e da ogni persona che mi circonda. Se dovessi scegliere un sentimento per descrivermi in questo momento sarebbe sicuramente la misantropia: non riesco veramente a vedere nulla di buono nel genere umano… Sembrerò egoista, ma pare che ognuno arrivi, faccia i suoi comodi e vada via, quasi se, come diceva Leopardi, l’uomo dovesse davvero apparire, vivere e rischiare di non lasciare traccia del suo passaggio sul mondo. Tutto ciò che so è che nessuno sembra fatto per RESTARE, possibilmente per sempre (o almeno per tanto). Perciò mi chiedo, ha senso aprire il proprio cuore verso gli altri? Creare dei legami? Dividere le proprie gioie e i propri dolori, se tutti sono pronti a giocare con i nostri sentimenti e abbandonarci da un giorno all’altro? Ammiro tanto le persone che riescono a trovare conforto nella fede, io non riesco a credere in nulla e nessuno, se non nella ragione umana, che sembra architettare in ogni modo piani per ferire il prossimo. Avrei voluto che fosse la sorridente e spensierata ragazzina di 14 anni a scrivere questa lettera, ma un po’ di esperienza e qualche anno in più le hanno aperto gli occhi… Posso solo sperare in giorni migliori! Grazie per i consigli di allora e quelli di oggi 🙂
Rose, 18 anni
Carissima, ho i brividi lungo la schiena. E sono brividi di gioia perché se oggi ri-scrivi vuol dire che in questi anni il filo rosso non si è mai spezzato. Io sono ancora qui e ci sei anche tu e questo… è il “successo” più grande! GRAZIE! Una risposta semplice e chiara a ciò che hai scritto? SI’ SI’ e mille volte SI’ vale la pena creare legami, amare, credere, vivere. Vale la pena perché ciascuno di noi è unico e irripetibile e nessuno può fare la nostra parte! In questo mondo dove tu vedi tutto nero e tutti “neri”, ecco che ci sei tu che puoi portare la tua piccola luce. Sai una cosa? Immagina una stanza buia, ma con un buio fitto fitto. Se in questo buio pece si accende anche una fiammella piccola piccola la stanza improvvisamente si rischiara ed è possibile VEDERE! Tu, noi, siamo chiamati a portare questa luce dove c’è il buio perché sentiamo e sappiamo che anche se non possiamo salvare il mondo (perché c’è già chi l’ha fatto) possiamo fare la nostra piccola parte utile. Amo molto quella frase di Madre Teresa che diceva, a chi le chiedeva cosa pensava di fare in quell’oceano di bisogno di Calcutta. Lei rispondeva: “io sono una goccia ma senza quella goccia l’oceano sarbbe più povero”. Una ragazzina di 14 anni non avrebbe potuto scrivere quello che hai scritto tu. Lo può fare una ragazza di 18 anni che sta diventando donna e che sta cercando la sua strada. È vero che le notizie quotidiane non ci aiutano, è vero che la tentazione di mollare e andare su Venere (perché su Marte ci stanno gli uomini e quindi per una donna non è conveniente, come dice il famoso titolo del libro “Gli uomini vengono da Marte e le donne vengono da Venere”) è fortissima, ma mi piace pensare che il mondo ha bisogno di noi e che siccome prima o poi dovremmo tornare e rischieremmo di trovare tutto come prima se noi non facciamo la nostra parte… allora tanto vale stare qui, no? E la sai una cosa bellissima? Se tanto tanto ci sforziamo di aprire gli occhi ci rendiamo conto che di bene ce n’è tanto anche se non fa notizia. Io, che sono davanti a questo schermo da tanti anni e non solo, vedo e sento tanto giovani come te che desiderano il bene! E a tutti dico la stessa cosa: non aspettatelo dagli altri! Donate il vostro bene, la vostra positività, la vostra speranza, il vostro entusiasmo, anche la vostra delusione e la vostra arrabbiatura a questo mondo! È importantissimo! Perché da questo nascerà qualcosa di migliore. Solo grazie a voi! Grazie per aver scritto di nuovo e se e quando vorrai mi troverai sempre e ancora qui. Io ti accompagno con la preghiera (perché io ci credo). Un forte abbraccio!
Fra Simplicio