Mi raccomando, non rispondete così ad un’eventuale interrogazione in geografia! A quel che ci risulta, Tokyo se ne sta ancora saldamente in Giappone, dove si sono svolti alcuni mesi fa i Giochi della XXXII Olimpiade e quelli della XVI Paralimpiade. Ma non vorrei che, nel frattempo, vi siate persa un’altra olimpiade, altrettanto emozionante e coinvolgente…
Si è svolta in un solo entusiasmante giorno, il 7 agosto, a Fuaa, nella regione di Idlib, ultima roccaforte dell’opposizione siriana nel nordovest della Siria, un territorio purtroppo tristemente famoso in questi ultimi anni. I volontari dell’associazione siriana Benefits è venuta l’improbabile e strampalata idea che pure i ragazzi dei campi profughi, così numerosi da queste parti, avessero diritto a un’olimpiade tutta per loro. E più pomposamente: le “Olimpiadi delle tende”.
Così 120 ragazzini, tra gli 8 e i 14 anni, si sono cimentati in una serie di discipline: lancio del giavellotto e del disco, salto in alto, ostacoli, ginnastica, arti marziali, pallavolo, badminton, calcio, corsa. Non solo: alcuni giovanissimi cavallerizzi si sono persino cimentati nell’equitazione, correndo e brandendo il loro cavallo, e davvero che questo fosse di legno è un particolare del tutto insignificante. Pensate che i ragazzi siriani di alcune di queste discipline sportive, a noi molto note, neppure sospettavano l’esistenza!
Avendo a che fare con ragazzi della vostra età, non ci è voluto poi molto ad organizzare concretamente questi giochi. Per la location è bastato segnare per terra, nella sabbia rossa del campo profughi, le linee che delimitano il campo da gioco e quello della pista d’atletica. Per le divise ci si è arrangiati alla meglio, anche se in realtà ognuno dei dodici campi profughi rappresentato aveva il suo colore. Probabilmente tecnologia e abbigliamento professionale difettavano, di scarpette professionali neanche a parlarne, forse anche le medaglie non erano esattamente di vero oro, argento e bronzo, ma niente in confronto a quanta allegria, voglia di giocare, amicizia, energia, gratitudine ed entusiasmo sprizzavano da tutti i piccoli improvvisati atleti!
«Ci siamo divertiti così tanto», racconta all’Afp Walid Mohammed al-Hassan, 12 anni, felice di aver rappresentato il suo campo nel salto in lungo piazzandosi al secondo posto, mentre tre compagni di squadra gli si stringono intorno abbracciandolo, in una uniforme improvvisata con una fascia bianca e un gilet blu.
Così vi vogliamo, ragazzi! O, meglio, di ragazzi e ragazze così il mondo e il futuro hanno estremo bisogno…
fra Simplicio